La bicicletta in tutte le sue varianti è uno dei mezzi di locomozione più diffusi nel mondo ed al cui utilizzo ci si abitua quasi subito dopo aver mosso i primi passi. La capacita manuale di condurre una bicicletta non sempre si accompagna, come dovrebbe, alla capacita di rimediare ai guasti a cui inevitabilmente è soggetta. È costituita da un insieme di parti meccaniche: le più delicate e soggette a rotture sono indiscutibilmente quelle in movimento e cioè quelle che formano le ruote. Urti accidentali, attrito, polvere e pressione insufficiente delle gomme sono tutte cause di inconvenienti che trascurati e sommati uno all’altro possono rendere inservibile una bicicletta nel breve volgere di una stagione. Vediamo quali sono gli inconvenienti principali a cui le ruote vanno soggette e come sia facilmente possibile porvi rimedio.
Le ruote
Le ruote sono composte da un supporto metallico o in lega chiamato cerchione in cui sono infissi dei raggi che convergono su un asse posto al suo centro e collegati in modo tale che raggi consecutivi sul cerchione risultino connessi alternativamente a destra ed a sinistra del mozzo. Questa disposizione è infatti tale da assicurare la maggior resistenza agli urti.
I punti di inserzione dei raggi nel cerchione sono coperti nella parte superiore da una striscia di tela gommata la cui funzione è di impedire l’attrito diretto, durante il movimento, tra la testa del raggio e la camera d’aria in gomma ed il suo conseguente danneggiamento.
Inserito attorno al cerchione troviamo infine la camera d’aria ed il copertone. La camera d’aria è un tubolare in gomma chiuso su se stesso ed a tenuta ermetica che può essere gonfiato attraverso una valvola che fuoriesce dal cerchione attraverso un apposito
foro. Il tubolare assicura la rigidità della ruota e la sua integrità. Trattandosi di gomma sottile e delicata è invece garantita dal copertone in cui viene inserito realizzato con strati alternati di gomma e di tela.
La ruota perde
Quando la ruota si sgonfia rapidamente si dice generalmente che la ruota perde. Le cause di ciò possono essere duplici e consistere precisamente in una foratura della camera interna od in una perdita di tenuta della valvola.
A meno che non sia chiaramente visibile la causa dello sgonfiamento (chiodo infilato nel copertone) converrà per prima cosa controllare il corretto funzionamento della valvola cosa che può essere fatto semplicemente immergendola in un bicchiere pieno d’acqua. Il formarsi di bollicine è senza alcun dubbio indice che la valvola deve essere
cambiata o, dove ciò non è possibile, che deve essere sostituita l’intera camera.
Se la valvola non presenta perdite si dovrà passare alla rimozione della camera d’aria e all’individuazione del foro che ne causa lo sgonfiamento.
Rimossa la vite che chiude la valvola ed il dado di fissaggio si spinge la valvola verso l’interno. Per la rimozione del copertone ci si aiuta a questo punto con le apposite levette di cui è consigliabile averne a disposizione almeno una decina. Le leve vanno infilate tra il bordo del copertone ed il cerchione ed in modo che spingendone il manico verso i raggi la parte inserita provochi la fuoriuscita del copertone. Le leve vanno inserite ad una distanza di 10 cm l’una dall’altra. Provocata la fuoriuscita in un punto del copertone si recupera la leva liberatasi e la si inserisce più avanti.
Dopo aver provocato la fuoriuscita di circa un terzo del copertone il lavoro di estrazione può essere continuato utilizzando le dita, facendole scorrere lungo il bordo al posto del le leve.
Liberato completamente un bordo del copertone risulta ora facile estrarre la camera interna premendone eventualmente un bordo verso l’interno per facilitare l’operazione. Risistemata la valvola e la vite di chiusura si deve gonfiare la camera d’aria sino a che non assume la sua forma circolare.
Nell’effettuare questa operazione va considerato che poichè la camera, non essendo vincolata dal copertone, può espandersi più del normale, una sua gonfiatura eccessiva può causare una dilatazione della sua struttura e danneggiarla permanentemente. Riempita una bacinella d’acqua si fa scorrere il tubolare nell’acqua, dilatando leggermente il pezzo immerso in esame in modo che, dilatando contemporaneamente anche l’eventuale foro che in esso si dovesse trovare, il maggior flusso d’aria che ne risulta renda più facile l’individuazione del foro stesso. Individuato cosi il punto e segnatolo con un pennarello indelebile si lascia asciugare perfettamente il tubolare e si passa alla fase di riparazione.
Disponendo di un tubolare vecchio se ne ritaglia un tondino di due tre centimetri di diametro, si cosparge con un velo di mastice quella che era la parte interna e lo stesso si fa per l’area circostante la foratura. Si lascia asciugare il mastice per qualche minuto e si sovrappongono le due parti premendole poi con le dita partendo dal centro della pezza e procedendo verso il bordo in modo da causare la fuoriuscita di eventuali bolle d’aria. Se si dispone invece delle pezze autoadesive fornite già preparate basterà rimuovere la plastica protettiva ed applicarla sulla superficie interessata dopo averla accuratamente sgrassata. La parte di collante o di mastice che dovesse fuoriuscire
può essere asciugata o con la polverina fornita con il prodotto di riparazione o spargendovi sopra gesso finemente grattugiato.
1 La valvola viene rimossa dal proprio alloggiamento.
2 Si sfila progressivamente tutto il tubolare in modo da procedere all’operazione di riparazione.
3 Rimosso il tubolare, il copertone può essere lasciato appoggiato sul cerchione.
4 Per trovare il punto in cui si ha la perdita d’aria s’immerge Il tubolare in una bacinella piena d’acqua, La fuoriuscita di bollicine permetterà l’individuazione del punto di perdita.
5 Il punto di perdita individuato viene segnato con un matita o con un gessetto.
6 La superficie da riparare viene accuratamente sgrassata.
Un problema aggiuntivo che si può presentare durante la fase di riparazione è lo scoprire che il foro è stato causato dal continuo sfregamento della testa del raggio contro la gomma del tubolare cosa che può verificarsi o per deterioramento del nastro stesso o perchè lo stesso ha subito uno spostamento che ha finito con il lasciare scoperto la testa del raggio.
La riparazione del tubolare dovrà in questo caso essere accompagnata dalla sostituzione del nastro di tela o di gomma con uno nuovo che verrà correttamente inserito. La sostituzione del nastro è comunque una operazione sempre consigliabile quando, rimossi per qualsiasi motivo, copertone e tubolare si nota un suo logoramento anche se ad esso non corrisponde un proporzionale deperimento della camera d’aria.
Il nastro può essere reperito nei negozi sportivi ed è disponibile nei due tipi in gomma ed in tela anche se il primo è generalmente meglio indicato per biciclette sportive. Un’alternativa estremamente economica e che contemporaneamente assicura una buona tenuta consiste nella utilizzazione di un comune nastro adesivo telato la cui larghezza non sia inferiore al centimetro. Il tipo già pronto offre tuttavia il vantaggio di avere già incorporato l’anello di serraggio che contemporaneamente costituisce anche il punto attraverso il quale viene fatta fuoriuscire la valvola.
Per la sistemazione di quest’ultimo tipo basterà avvolgerlo attorno al cerchione. ponendo attenzione a non arrotolarlo e serrarlo energicamente dopo aver posizionato correttamente il punto per il passaggio della valvola.
Nel caso si utilizzi un nastro adesivo il foro si dovrà ricavare successivamente alla sua messa in opera utilizzando una forbice o un punteruolo e rimuovendo te sfilacciature del nastro che ne dovessero conseguire. Lasciato rapprendere il mastice non rimane che risistemare al loro posto tubolare e copertone. Spostato lateralmente il copertone si posiziona il tubolare in modo da poter riinfilare al suo posto la valvola che deve essere poi bloccata con il dado di fissaggio. Conviene a questo punto gonfiare nuovamente il tubolare sino a fargli assumere la sua forma in modo da facilitare la sua successiva inserzione sotto il copertone.
Aiutandosi con entrambe le mani si inserisce progressivamente il tubolare sopra il cerchione sino a che non si viene a trovare completamente all’interno del copertone. Per la sistemazione di quest’ultimo si procede analogamente.
Il bordo libero del copertone deve essere spinto con le mani all’interno del bordo dei cerchione. La difficoltà che si incontra nel sistemare all’interno l’ultimo pezzo del copertone può essere superata impugnando saldamente il copertone e facendolo oscillare da una parte e dall’altra sino a che non completamente inserito o ricorrendo alle leve utilizzate per la sua rimozione applicandole e manovrandole con modalità opposte.
Sostituzione di un raggio
Urti accidentali o la semplice usura possono causare deformazioni permanenti dei raggi che assicurano il corretto posizionamento del cerchione rispetto al mozzo. Ciò si traduce in una tendenza a deviare a destra od a sinistra della bicicletta o come si dice generalmente a sbandare e tale difetto diventa ancora più marcato durante le trenate, momento in cui assume anche la maggiore pericolosità in quanto lo sbandamento combina to con la forza che tende a far proseguire il mezzo nella sua corsa ne può causare il rovesciamento.
Da ciò si comprende come sia indispensabile e non posticipabile provvedere alla immediata sostituzione di un raggio quando se ne rilevi un’usura tale da non permetterne la risistemazione.
Per compiere questa operazione è necessario rimuovere in precedenza il copertone, la camera d’aria e la striscia di tela protettiva che riveste internamente il cerchione. Fatto ciò si sfila il raggio deteriorato e attraverso il foro lasciato libero sul mozzo si infila il nuovo raggio. Nel compiere tale operazione si deve tener presente che la testa di bloccaggio deve trovarsi all’interno dell’anello. L’altro estremo del raggio deve essere invece infilato nel foro corrispondente posto sul cerchione dopo aver rimosso la vite che ne permette la regolazione. Inseritolo nel foro si risistema la vite sulla testa filettata del raggio che spunta dal cerchione e con un cacciavite lo si porta alla giusta tensione.
La sostituzione con le modalità descritte di uno o più raggi deve essere seguita da un controllo dell’eccentricità della ruota che può risultare sia radiale che assiale e da un aggiustamento della tensione dei raggi in modo da riportarla nella corretta posizione. Mentre eccentricità marcate sono facilmente individuabili in quanto danno origine a forti oscillazioni ondulatorie laterali o trasversali, più difficile risulta individuare e rimediare a distorsioni della ruota di piccola entità. Per rilevare l’esistenza o meno di una distorsione radiale si può far uso di un’asta di plastica odi legno e di un gessetto colorato. L’asta si pone sulla forcella a contatto della ruota ed in modo che si trovi ad angolo retto con la stessa. Se il parafango dovesse rendere difficoltosa l’operazione si dovrà in precedenza rimuoverlo. Tenendo stretto all’asta il gesso è ora sufficiente far girare la ruota e segnare cosi facendo l’intero bordo del cerchione. Se la ruota ha una distorsione radiale si noterà che il cerchio ottenuto sul bordo non si trova nella stessa posizione in tutti i suoi punti ma solo in alcune parti se ne discosta mentre in altre vi si avvicina.
Per riportare la ruota nella corretta posizione è ora sufficiente agire sulle viti di serraggio dei raggi stringendole od allentandole a secondo che in quel punto il segno di gesso risulti essere rispettivamente più vicino o più lontano dal bordo interno del cerchione. La perfetta centratura verrà ad ogni modo ripetuta con fasi successive in cui si aggiusta progressivamente la tensione dei raggi. Per rimediare alla distorsione laterale si procede in modo quasi analogo ricorrendo sempre alla utilizzazione di un gessetto. Tenendo premuto il gessetto sulla forcella ed a contatto con il cerchione si là girare la ruota e si segnano cosi i punti in cui la ruota viene a contatto del gessetto. Questi sono anche i punti in cui si verifica la distorsione laterale ed in cui si dovrà agire per riottenere il corretto posizionamento.
Per compensare la distorsione si dovrà in tali punti allentare i raggi fissati dalla parte del mozzo corrispondente al cerchione segnato con il gesso e stringere corrispondentemente quelli fissati al lato opposto, Anche in questo caso si dovrà procedere per aggiustamenti successivi fino ad avere una centratura soddisfacente.
Manutenzione del mozzo
La perfetta rotazione della ruota dipende fortemente dalle condizioni del mozzo. Il mozzo è costituito essenzialmente dal mozzo vero e proprio cilindrico e con i due anelli laterali su cui si fissano i raggi e da un perno che lo attraversa che viene fissato con due dadi di tenuta alla forcella. La rotazione del mozzo sul perno centrale avviene mediante delle sfere di acciaio poste all’Interno del mozzo dopo che in esse è stato infilato il perno stesso e che vengono mantenute nella corretta posizione mediante due coni filettati inseriti sul perno e serrati sino a che non si vengono a trovare nella posizione ottimale. L’efficienza del mozzo dipende da un insieme di fattori come la condizione delle sfere che con il tempo si deteriorano, il serraggio eccessivo dei coni, la mancanza di un corretto ingrassaggio e non ultimo lo sporco e la polvere che si depositano inevitabilmente sulla sua superficie e nel suo interno. Per ispezionare o riparare il mozzo si provvede alla rimozione dell’intera ruota allentando i dadi di serraggio alla forcella.
Si rimuove poi il cono e rovesciata la ruota si lasciano fuoriuscire tutte le sferette che si trovano al suo interno e che dovranno essere accuratamente raccolte assieme ai vari dadi. Sfilato il perno si rimuovono le sfere rimaste e si provvede ad una approfondita pulizia di tutte le parti rimuovendo il grasso presente e ripulendo il tutto con petrolio o solvente.
Se durante questa fase si dovessero notare dei pezzi guasti o visibilmente danneggiati si dovrà provvedere alla loro sostituzione con tipi analoghi.
Per il rimontaggio si deve riinserire per prima cosa il perno nel mozzo, riempire di grasso l’interno ed inserirvi le sferette di acciaio. Tenendo premuto il perno in modo che le sfere non fuoriescano si gira la ruota e si ripete la medesima operazione. Inserito ed aggiustato anche il secondo cono non resta che risistemare la mota nella forcella e stringere adeguatamente, preferibilmente utilizzando una chiave dinamometrica per permette di controllare il serraggio, i dadi di fissaggio.
22 II mozzo viene accuratamente ripulito dal grasso preesistente e dalle tracce di sporco e polvere.
23 L’operazione di pulizia viene realizzata anche per il perno.
24 Parti che compongono il mozzo
1) mozzo
2) perno
3) sferette in acciaio
4) alloggiamento delle sferette
5) cono di serraggio
6) dado dl serraggio