Il pattinaggio è uno sport che nasce da un gioco di bambini. Dai primi ruzzoloni su un marciapiede sconnesso, alla pista delle competizioni il percorso è lungo, ma certamente costellato da tanti pattini e quindi dalla necessità di mantenerli perfettamente in efficienza.
Il pattino a rotelle, a differenza di quello per ghiaccio, può essere fissato occasionalmente ad una scarpa (meglio se con la suola robusta) oppure esservi fissato in modo definitivo mediante viti; questo secondo tipo è l’unico usato nelle competizioni. Si parlerà qui, prevalentemente, del pattino più comune, ossia quello adattabile a scarpe comuni e a diverse dimensioni di piede.
Il pattino è costituito (fig. 1) da una soletta metallica in due pezzi uniti fra loro da un incastro a baionetta bloccabile in varie posizioni mediante un dado. Alla parte posteriore della soletta è fissata la talloniera con le cinghie per il fissaggio del pattino alla caviglia; su quella anteriore, invece, sono fissate le ganasce regolabili e le cinghie per il fissaggio della punta alla scarpa; sotto a ciascuna metà è fissato un carrello
elastico a due ruote; l’elasticità del carrello è garantita da un blocchetto di gomma dura inserito nel punto centrale di aggancio. Ogni ruota è montata su un doppio cuscinetto a sfere che ne garantisce la scorrevolezza. Sotto la mezza soletta anteriore, è infine fissato un blocco di gomma dura inclinato che viene usato come freno.
Sui pattini si possono montare diversi tipi di ruote: in fibra, in legno, in nylon o in gomma a secondo del « terreno » su cui si intende pattinare; ma il cambio di ruote molto più spesso è richiesto dal loro consumo. Per poter ben pattinare oltre a disporre di ruote non logore, è necessaria la massima scorrevolezza; questa può essere garantita solamente con una assidua lubrificazione dei cuscinetti. Se si usano poi i pattini su terreni non lisci come le piste appositamente costruite, sarà necessario sostituire di tanto in tanto i blocchetti di gomma ammortizzatori dei carrelli delle ruote. Meno sovente si presenta la necessità di sostituire il blocchetto frenante.
Un pattino a rotelle nelle sue parti essenziali: A è la talloniera con la cinghia B; C e D sono le solette metalliche con la baionetta E di regolazione fissata dai bulloni F e G; H è la cinghia del puntale con la piastrina I di fissaggio; L è il blocchetto frenante con supporto inclinato; M è un carrello in vista esplosa con l’asse N delle ruote, il perno trasversale O e il blocco di gomma ammortizzatore P.
Indice
Sostituire una ruota
La sostituzione di una ruota si rende necessaria quando per un urto, una caduta o un sassolino appuntito e duro ne è stata provocata la rottura o la scheggiatura; molto spesso è necessario procedere alla sostltuzione di un intero treno di ruote.
Dato che ognuno ha un suo modo di pattinare, non tutte le ruote si consumano allo stesso tempo (come accade per la suola delle scarpe). Per far durare più a lungo un treno di ruote, si consiglia di dar loro una frequente rotazione seguendo la regola: posteriore destra del pattino destro va ad anteriore sinistra del pattino sinistro; posteriore sinistra del pattino destro va a posteriore destra del pattino sinistro; anteriore sinistra del pattino destro va all’anteriore destra del pattino sinistro; anteriore destra del pattino destro va alla posteriore sinistra del pattino sinistro. Le ruote del pattino sinistro prendono cosi lo stesso posto sul pattino destro. Si procederà poi ad altri cambi seguendo le stesse regolette.
Per smontare una ruota posare il pattino su un vassoio di plastica, meglio se a bordi alti e, usando l’apposita chiave, allentare e togliere il dado di fissaggio. Sfilare quindi la rondella spaccata che impedisce al dado di svitarsi quand’è stretto e quindi, aiutandosi con un cacciavite, estrarre lo scodelllno di protezione del primo cuscinetto; lo scodellino presenta un foro attraverso il quale è possibile oliare il cuscinetto; si suggerisce peraltro di non usare questo sistema di lubrificazione, ma di preferirgli un buon ingrassaggio usando grasso speciale per cuscinetti, seguendo un metodo che indicheremo più avanti.
Prendere ora con due mani la ruota facendo attenzione di afferrare anche il secondo scodellino sistemato al suo interno. Con I pollici invece si tiene ferma la boccola di centraggio del cuscinetto esterno impedendo cosi alle sfere di uscire dalla loro sede. Sfilare il tutto dal pezzo filettato. Rovesciata poi la ruota, si toglie via il secondo scodellino che protegge il cuscinetto interno. Si raccomanda ancora una volta di afferrare fra due dita le due boccole di centraggio dei cuscinetti. Normalmente le due boccole di centraggio non si sfilano da sole dato che sono incastrate mediante il perno forato che le unisce; questa eventualità si può verificare però se il cuscinetto e un po’ logoro o vecchio.
Posata ora la ruota su un vassoio con il suo lato esterno in basso, agire con cautela con la punta di un cacciavite medio, tutto attorno alla boccola facendo leva in alto. Poco alla volta si riuscirà a sfilare la boccola dal perno centrale liberando contemporaneamente anche la boccola dal lato opposto. Le sfere del cuscinetto esterno cadono sul vassoio, nel quale si verseranno, capovolgendo la ruota, anche quelle del cuscinetto interno (fig. 2). Si è cosi finalmente liberata la ruota logora o rotta.
Usando questa per campione, se ne acqulsta un’altra che abbia necessariamente le stesse dimensioni non solo esterne, ma anche interne per poter utilizzare le stesse boccole e le stesse sfere.
Come si è detto, normalmente le ruote vanno sostituite a « treni » interi, ma basterà smontarne una sola come campione per acquistare tutte le altre.
Per non correre rischi nella successiva fase di montaggio delle ruote nuove, si consiglia di usare una tecnica elementare, ma che ha il privilegio di aiutare a svolgere un lavoro ben fatto: non smontare tutte le ruote contemporaneamente dato che se è pur vero che le sfere sono tutte uguali, non altrettanto si può dire per le boccole e per il perno che le unisce. È bene che questi tre pezzi siano uniti così come vengono smontati senza mescolare fra loro boccole di ruote diverse.
Prima di procedere al montaggio della nuova ruota è bene procedere ad una accurata pulizia e lubrificazione delle parti smontate che dovranno essere ancora utilizzate.
Pulizia e lubrificazione
Immergere sfere, boccole e perno in una scodelletta contenente del petrolio (fig. 3); lasciare questi pezzi a bagno per almeno una mezz’ora, rimestandoli di tanto in tanto con un pennello; si dà così tempo al petrolio di sciogliere eventuali lubrificanti vecchi presenti sulle parti, staccando con essi anche ogni traccia di sporcizia.
Togliere poi le boccole dal petrolio e asciugarle con cura utilizzando uno straccio non peloso; è importante pulire anche il foro della boccola che costituisce sede ad incastro per il perno; eseguire lo stesso lavoro per il perno, ma in questo caso si può trascurare il foro centrale.
Si pescano ora le sfere e si posano su di uno straccio asciutto e pulito dove, sfregandole assieme, vengono pulite e asciugate.
Si prende ora la ruota nuova e con un pennello bagnato di petrolio si lavano le gole dove scorreranno le sfere a montaggio ultimato; asciugare le gole con uno straccio asciutto. Prendere poi un barattolino di grasso per cuscinetti e usando un dito (anche se ci si unge un po’ è sempre rimasto il sistema più pratico) si spalma del grasso nelle gole fino a riempirle completamente. Si ricorda che è completamente inutile ingrassare il foro centrale della ruota dato che questo non è sottoposto a sfregamento con il perno.
Usando una pinzetta o la punta di un cacciavite su cui si è spalmato un po’ di grasso, si pescano ad una ad una le sfere e le si « pianta » nel grasso posto precedentemente nelle gole (fig. 4). Le sfere vi restano imprigionate; si può quindi capovolgere la ruota e ripetere con calma la stessa operazione dalla parte opposta.
Un’ultima cosa prima di procedere al montaggio della ruota: si provveda anche al lavaggio in petrolio e alla relativa asciugatura dei due scodellini di protezione; non sarà infine male approfittare dell’occasione per pulire da sporcizia o vecchi lubrificanti il perno filettato su cui va inserita la ruota; un semplice velo di olio gli impedirà di arrugginire.
Il montaggio
Terminate le operazioni di pulizia e lubrificazione, possiamo finalmente passare al montaggio della ruota: non si tratta di un lavoro difficile, ma deve essere eseguito con precisione, soprattutto per quanto riguarda la successione delle diverse tappe che deve essere rigorosa.
Prendere per prima cosa una boccola ed inserirvi a pressione un’estremità del perno cavo; inserire il perno nel foro della ruota fino a che la boccola va a posare sulle sfere; non è necessario ingrassare le boccole, riceveranno il grasso dalle sfere. Tenendo con un dito in sito la boccola, capovolgere la ruota e infilare sull’altra estremità del perno cavo l’altra boccola. Esercitando una certa pressione si riuscirà a portare anche la seconda boccola a contatto con le sfere dell’altro cuscinetto. Se le boccole non sono logore e le sfere sono del diametro adatto non si noterà gioco alcuno fra la ruota e le boccole sia in senso radiale sia in senso assiale.
Inserire ora nel perno del pattino lo scodellino interno con il lato concavo rivolto in alto; inserire la ruota sul perno facendo attenzione a non far uscire le boccole dalle loro sedi. Infilare ora il secondo scodellino con il lato concavo rivolto verso l’interno; sopra lo scodellino si infila la rondella spaccata per poi avvitare il dado. Ruotare il dado a mano fino a quando entra in contatto con la rondella; si eviterà così di rovinare la filettatura del perno in caso di errato imbocco della filettatura. Serrare quindi a fondo il dado usando una chiave fissa; a serraggio completo la ruota dovrà essere perfettamente libera di ruotare in modo uniforme e silenzioso.
Carrello rumoroso
Come si è detto in precedenza, ogni coppia di ruote è inserita in un carrello snodato al centro in senso longitudinale e montato su un cuscinetto di gomma piena. Specialmente quando i pattini vengono usati fuori pista, oltre alla precoce usura delle ruote, si ha anche un considerevole logorio del cuscinetto elastico. in queste condizioni il pattino diventa rumoroso, poco confortevole ed anche malsicuro; il gioco che si crea infatti nel giunto elastico, toglie stabilità all’asse delle ruote.
Non resta a questo punto che procedere nella non facile operazione di sostituzione del blocchetto di gomma ammortizzatore.
In genere lo smontaggio non presenta grosse difficoltà (fig. 5); questa operazione, infatti, è richiesta quando il blocchetto di gomma è logoro e non esercita più alcuna pressione fra il telaio del pattino e la forcella del giunto elastico. Con una pinza universale si schiaccia e si estrae la coppiglia di fermo del freno del giunto; sfilare il perno, e se questo offrisse resistenza spingerlo fuori con forza usando un cacciacoppiglie oppure picchiando con il martello avendo l’accortezza di interporre un tassello di legno per non slabbrare la testa del perno. Prima di togliere via il carrello dalla sua sede, si suggerisce di marcare il lato rivolto all’indietro (o all’avanti) per avere cosi un riferimento durante il montaggio.
Sfilata la forcella dal telaio, è possibile recuperare il tassello di gomma logoro; molto probabilmente risulterà incollato o alla forcella o al telaio; staccarlo via usando un cacciavite. Pulire ogni traccia di gomma o di sporcizia usando uno straccio bagnato di benzina o trielina, avendo cura di non bagnare con questo liquido né i cuscinetti, né le cinghie in pelle del pattino.
Non è sempre facile trovare un ricambio originale di questo blocchetto; è comunque possibile costruirselo ricavandolo da un pezzo di neoprene dello spessore di 11 o 12 mm. Usare il vecchio blocchetto come stampo per le dimensioni del riquadro più che per lo spessore; si tenga comunque conto che lo spessore giusto si ha quando anche premendo con forza con due mani non si riesce ad inserire il perno del carrello; quest’ultima operazione, infatti, deve essere possibile farla solo usando la morsa.
Mettere il blocchetto di gomma in posizione e su di esso infilare la forcella del telaio tenendo conto del riferimento segnato in precedenza; mettere sopra e sotto al pattino in corrispondenza del carrello due pezzi di legno protettivi e inserire il tutto in morsa. Nel mettere i tasselli fare in modo che sia sempre possibile infilare il perno del carrello. Stringere progressivamente la morsa fino a quando i fori della forcella e quelli del telaio coincidano; inserire, a questo punto, il perno fino in fondo assicurandosi che sporga dal lato opposto. Aprire la morsa ed estrarre il pattino. Osservare che il carrello risulti perfettamente trasversale all’asse longitudinale del pattino. Con pinza e martello raddrizzare per bene la coppiglia; sostituirla con una nuova (zincata) se fosse malamente deformata. Inserire la coppiglia nel foro del perno del carrello. Usando infine un cacciavite e la pinza aprire le due metà della coppiglia bloccandola così in sito. Non disponendo della morsa si può ottenere lo stesso risultato legando carrello e pattino con una fune robusta che verrà poi attorcigliata con un bastone.
Passiamo a questo punto all’esame delle cinghie.
Cinghie rotte
Con l’uso può verificarsi che la cinghia del puntale e quella della talloniera si strappino. L’operazione di sostituzione è abbastanza facile per quelle anteriori; un po’ più complessa per quelle posteriori che sono generalmente fissate mediante ribattiture. Ma iniziamo da quelle anteriori (fig. 7). Sbloccare il legaccio o la fibbia che unisce le due metà della cinghia o fascia di cuoio del puntale; capovolgere il pattino e afferrare con una pinza o, meglio con una chiave fissa adatta, il primo dado di fissaggio della cinghia; agendo ora con un cacciavite dal lato superiore si toglie la prima vite. Ripetere la stessa operazione con l’altra. Togliendo queste viti, nei pattini che ne sono dotati, si smonta tutto il supporto del blocco di freno.
In alcuni tipi di pattini lo smontaggio delle due viti non è sufficiente a liberare la cinghia strappata o tagliata; questa, infatti, sulla faccia inferiore del pattino, è racchiusa in una piastrina di ferro sagomata che la ancora, mediante ribattini, al pattino; proprio attraverso i fori di questi ribattini passano le viti tolte in precedenza. Per eliminare i ribattini, il sistema più spiccio è quello di usare una punta da trapano un po’ più grossa del foro; si agisce con la punta fino a tagliare la ribattitura da un lato. Non disponendo del trapano, basta un po’ di pazienza, un cacciavite medio, un martello e con questi attrezzi si schiaccia in dentro la ribattitura.
Usare la stessa cinghia smontata come stampo per quella nuova che si farà preparare dal calzolaio. Si faccia usare cuoio stagionato dello spessore di 2-3 mm, ma sufficientemente morbido per adattarsi alla forma della scarpa senza far male al piede. Sistemare la nuova cinghia sotto al pattino e su essa inserire la piastrina sagomata. Con un punzone marcare i punti da forare; ricavare i fori con un bulino o con un ferro arroventato. Non è necessario riutilizzare i ribattini. La cinghia va quindi montata usando le sole viti con dado impiegate per il fissaggio del blocchetto di freno. Per evitare che i dadi si svitino con le vibrazioni, si suggerisce di inserire sotto a ciascuno una rondella spezzata di blocco.
Per quanto riguarda la cinghia della talloniera, il problema è un po’ diverso. Questa infatti è fissata con i soli ribattini.
Per lo smontaggio si procede come sopra. Si eliminano i ribattini con il trapano o schiacciando in dentro la ribattitura. Conservare la piastrina metallica che esternamente rinforza la cinghia.
Farsi fare una nuova cinghia e montarla usando ribattini nuovi.
Non avendo pratica nel serraggio dei ribattini, si potrà farsi aiutare dallo stesso calzolaio che ha fatto la cinghia. Lo stesso discorso vale per le due fibbie di cui è generalmente dotata la cinghia della talloniera. Fare in modo che le ribattiture siano ben piatte perché non abbiano a danneggiare le scarpe.
Per mantenere morbide e flessibili le cinghie impedendo così che si scolorino, le si spalmerà con un velo di grasso per scarponi lavorandolo bene con le dita fino a completo assorbimento. Pulire poi la superficie della pelle con uno straccio asciutto.
Freno logoro
Come si è detto, la maggior parte dei pattini dispone sotto al puntale, davanti, di un blocchetto di gomma dura che il pattinatore può far sfregare per terra sollevando le ruote posteriori. Si tratta di un vero e proprio freno che ha anche la possibilità di agevolare le evoluzioni.
Questo blocchetto di gomma è soggetto ad un notevole logorio per attrito e, fra le altre cose, tende normalmente a consumarsi in modo irregolare. Il blocchetto di gomma dura è fissato con due viti incassate ad un piano inclinato realizzato con un pezzo di lamiera di ferro sagomato. Si tratta, a proposito di quest’ultimo, dello stesso pezzo che si è visto essere fissato al pattino con le viti che bloccano la cinghia o la fascia del puntale.
Il primo intervento consiste nella periodica rotazione del blocchetto per fare in modo che si consumi in modo omogeneo; per far questo si svitano completamente le due viti incassate, si ruota di 180° il blocchetto e lo si fissa nuovamente con le viti. Questa operazione può normalmente essere fatta per due o tre volte e non più, dato che poi lo spessore del blocchetto si è ridotto talmente da rendere difficile l’utilizzo pratico: a questo punto è necessario sostituirlo con un blocchetto nuovo.
Se non si dispone o non si riesce a trovare un ricambio originale, è possibile ricavare un ottimo freno utilizzando un pezzo di battistrada da un pneumatico fuori uso di autocarro o di trattore agricolo. Si taglia via dal vecchio pneumatico, usando una lama affilata o un seghetto, un parallelepipedo di gomma dello spessore di due centimetri (non preoccuparsi troppo della regolarità); si passerà successivamente alla rifinitura del blocchetto. Praticare i fori utilizzando un trapano a mano con punta da legno ben affilata. Posizionare poi il blocchetto nella sua sede sul pattino e segnare con attenzione la forma che dovrà avere per inserirsi nello scodellino; tagliare la gomma superflua e smussare gli angoli con carta vetrata; fissare quindi il nuovo freno.