L’energia elettrica che arriva nelle nostre case è sicuramente una bella invenzione perché ci fornisce calore, luce e mille altre comodità. Non dobbiamo mai dimenticare, però (e nel corso del volume lo ricorderemo spesso), che elettricità vuole dire anche pericolo. Non è necessario soffermarsi ora sui motivi che determinano la pericolosità della corrente nei confronti dell’organismo umano, ma tutti conoscono gli effetti della “scossa”; nessuno poi ignora i rischi di incendio che porta un filo elettrico scoperto o, comunque, difettoso.
Alla luce di queste realtà tenete sempre a mente alcune regole fondamentali per mettere mano a spine e apparecchi in assoluta tranquillità.
Innanzitutto sappiate che energia elettrica e acqua non vanno assolutamente d’accordo (una sezione di questo manuale è dedicata all’illuminazione del bagno e della cucina, ambienti particolarmente delicati per quanto riguarda la corrente) e perciò bisogna sempre ricordare di
-Non toccare nessun oggetto sotto tensione con le mani bagnate, né manipolare qualsiasi apparato avendo i piedi nudi sul pavimento.
-Non posizionare lampade a incandescenza, radio, televisori o altro in luoghi esposti a possibili schizzi d’acqua o a umidità eccessiva (vasca da bagno, lavello, eccetera).
-Staccate sempre la corrente, agendo sull’interruttore generale, prima di eseguire qualsiasi lavoro o riparazione sull’impianto o sugli utilizzatori collegati alla rete. Se dovete intervenire sugli elettrodomestici, estraete la spina dalla presa. Può sembrare esagerato, ma anche sostituire una lampadina fulminata comporta un certo rischio: se al momento dello spegnimento della lampadina non avete subito portato l’interruttore nella posizione di ‘spento’, il portalampada si trova sotto tensione e, una volta svitata la lampadina esaurita, i contatti liberi rappresentano un pericolo mortale. Staccate anche in questo caso l’interruttore generale e ridate corrente dopo avere sistemato la lampadina nuova nel suo alloggiamento.
-Utilizzate sempre gli attrezzi adatti, cioè quelli rivestiti di materiale isolante; evitate di usare cacciavite e pinze prive di sicurezze elettriche.
-Non usate in modo indiscriminato spine multiple e prolunghe. Tutti questi accessori riportano il massimo di corrente che possono sopportare senza pericoli; adoperateli, quindi, con oculatezza collegandovi solo quegli utilizzatori di potenza uguale o minore.
-Non usate più spine multiple contemporaneamente (come accade spessissimo a Natale per collegare diverse file di luci intermittenti), né usate una prolunga di diametro inferiore a quello del cavo dell’utilizzatore: in ognuno di questi due casi ci sono alte probabilità di un surriscaldamento, con le conseguenze che potete immaginare.
-Per evitare il pericolo di incendi, sistemate sempre prolunghe e cavi a una certa distanza dagli arredi più facilmente infiammabili (tende, tappeti, letti eccetera); inoltre, se usate la coperta elettrica o stufette provvisorie, ricordate di staccarle dalla presa prima di coricarvi. Non usate carta o tessuti per filtrare la luce di una lampada troppo forte; sostituite piuttosto la lampadina, scegliendone una meno luminosa, oppure applicate all’interruttore un regolatore di luminosità.
-Non accendete mai l’asciugacapelli o il rasoio elettrico davanti a un lavandino o a una vasca da bagno colmi d’acqua; se mai dovessero sfuggirvi di mano e cadere dentro, sarebbe un disastro.
Indice
COS’È IL CORTO CIRCUITO
Abbiamo parlato nelle pagine precedenti di conduttori e isolanti. Abbiamo anche visto che la corrente arriva agli utilizzatori attraverso due cavi (conduttori), la fase (che porta corrente) e il neutro (che è scarico), isolati elettricamente da guaine di materiale plastico (isolante).
Come tutti sanno, il passaggio di elettricità provoca calore, proprio per il fenomeno fisico della migrazione elettronica, e quindi con l’uso un conduttore è sottoposto a innumerevoli innalzamenti della sua temperatura. Anche se protetto dalla guaina il calore esercita una costante sollecitazione della parte isolante, rendendola soggetta a rompersi e a sfibrarsi. All’interno degli apparecchi utilizzatori, ma anche dell’impianto vero e proprio, può accadere che tratti di cavi conduttori rimasti scoperti per la degenerazione della loro guaina isolante, vengano in contatto; questo contatto tra fase e neutro provoca il cosiddetto “corto circuito” che si manifesta con una scintilla, un rumore simile a un botto e, a volte, con un caratteristico odore di bruciato. Non è difficile immaginare la pericolosità di questo evento. Innanzitutto, per il rischio di incendio che la scintilla e, comunque, il surriscaldamento dei fili può comportare se non interviene immediatamente il dispositivo di sicurezza che isola il circuito dove è avvenuto il “corto” e ne blocca il flusso corrente. Questo dispositivo è l’interruttore generale che scatta nel momento in cui avviene la situazione di pericolo (abbiamo già visto il perché). Se un interruttore differenziale (il salvavita) precede l’interruttore generale, sarà questo a scattare.
COSA FARE IN CASO DI CORTO
Una volta che l’interruttore di sicurezza ha tolto la corrente dall’impianto, occorre subito ricercare il punto in cui il corto circuito è avvenuto. La stragrande maggioranza degli incidenti avviene sugli utilizzatori esterni – cavi, spine, collegamenti all’interno dell’apparecchio – e più raramente il “corto” coinvolge i fili all’interno dei muri.
COME INTERVENIRE SUGLI UTILIZZATORI DANNEGGIATI
Se si ha la fortuna di scoprire immediatamente l’utilizzatore che ha subìto il corto circuito, occorre, prima di tutto, staccarlo dalla presa e ristabilire la corrente alzando l’interruttore salvavita. A questo punto è necessario esaminare molto bene l’elettrodomestico per verificare in quale suo componente è stato danneggiato.
ATTENZIONE
Nel caso non riusciate a capire in quale utilizzatore è avvenuto il corto circuito (nel qual caso vi sarà impossibile ristabilire la corrente agendo sull’interruttore salvavita perché continuerà a scattare togliendo la tensione) non vi resterà altro da fare che provare a ridare corrente staccando di volta in volta tutti gli elettrodomestici fino a quando l’interruttore non ritornerà definitivamente nella sua posizione di esercizio.
Se il corto circuito interessa un elettrodomestico, osservate prima di tutto la spina e il cavo che da questa porta corrente all’apparecchio. Il danno risulta visibile in quanto è caratterizzato da bruciature e parti plastiche annerite dal calore. Nel caso in cui è la spina a essere stata danneggiata, apritela e verificate dove è avvenuto il danno. Dopo avere aperto la spina, svitate i cavi dal morsetto e accorciateli tagliandone un paio di centimetri (o più se il danno è maggiore); spellate le estremità liberando, senza intaccarla, la porzione di conduttore sufficiente per fissarla di nuovo nel morsetto.
Nel caso in cui la spina abbia avuto un danno tale da renderla inutilizzabile, è opportuno sostituirla con una nuova. Il cavo di alimentazione dell’apparecchio si danneggia più di frequente nel punto di contatto con la spina o nel punto in cui penetra all’interno dell’involucro dell’utilizzatore. In ogni caso, si dovrà smontare la spina o l’apparecchio in maniera da raggiungere il danno provocato dal corto circuito ed eliminare la porzione di cavo in cui i conduttori vengono a contatto. Procederete anche qui allo stesso modo, liberando dalle viti il cavo, tagliandone la parte inutilizzabile, spellandone l’estremità e ricollegandolo all’utilizzatore.
Quando a essere coinvolta nel “corto” è una presa, non è possibile ricollegare immediatamente la corrente alzando il salvavita, perciò, agendo con decisione, conviene smontare la presa dal suo alloggiamento nel muro svitando le viti che la bloccano e controllare quale sia il danno che ha subìto.
Se la presa appare seriamente danneggiata, non esitate a sostituirla completamente. Se, invece, questa appare ancora integra e in perfetto stato, sarà necessario scollegare i cavi che l’alimentano, accorciarli e ricollegarli ai morsetti. Spesso un corto circuito avviene all’interno di un portalampada. Il portalampada è un supporto sul quale si inseriscono le lampadine avvitandole nell’apposito alloggiamento; al suo interno sono presenti i cavi che portano corrente e che sono collegati a delle placche, a contatto con la base della lampadina, che chiudono il circuito. È frequente che, sforzando la lampadina per avvitarla o per svitarla, si rompano per stiramento le protezioni isolanti dei cavi provocando il “corto”. A scopo preventivo è bene evitare di forzare le lampadine nei portalampada per non essere costretti, poi, a compiere manovre pericolose per rimuoverle.
Per verificare se effettivamente esiste un danno all’interno del portalampada, avvitate all’interno dell’alloggiamento riservato alla lampadina uno di quegli speciali portalampada dotati di presa per spina alla loro base e che hanno l’attacco a vite che si adatta perfettamente alla ghiera. Inserite gli spinotti del tester nei fori della presa di questo portalampada e verificate, leggendo la scala graduata, se c’è o no passaggio di corrente.
COME ESEGUIRE DELLE GIUNTE
I collegamenti tra i capi dei conduttori sono i punti critici per quanto riguarda la sicurezza.
Non c’è dubbio che quando si tratta di giunzioni definitive il lavoro deve essere eseguito nel massimo rispetto delle norme se non si vuole rischiare di fare disastri; in questi casi è d’obbligo l’uso dei connettori isolanti a cappuccio o mammut. Nel caso in cui la giunzione sia problematica e non risulti affidabile, è meglio pensare di sostituire interamente il conduttore con uno più lungo che non richieda prolungamenti. Capita spesso che sia necessario collegare due conduttori in maniera provvisoria nel corso di un lavoro lungo che deve essere momentaneamente sospeso, o in altri casi di sistemazioni precarie. La provvisorietà della giunta non elimina però la necessità di precauzioni nelle manovre. Vediamo a questo proposito alcuni esempi di giunzioni di fortuna.
Nel caso il filamento interno del cavo sia costituito da una matassa di rame, si può realizzare una treccia attorcigliando tra loro i filamenti spellati che sbucano dai capi dei due cavi. Eseguita la treccia, la si ricopre con estrema cura con del nastro isolante, partendo dalla guaina isolante del primo cavo, arrotolando il nastro sui filamenti nudi e terminando i passaggi sulla guaina dell’altro cavo.
Una giunzione ancora più salda si esegue attorcigliando i due filamenti tra loro in una treccia a novanta gradi che poi si distende sulla guaina di un cavo e si ricopre saldamente con il nastro isolante.
Usando le apposite striscioline di stagno la giunzione è ancora più resistente. Avvolgete lo stagno sulla treccia piana dei due filamenti e con un fiammifero fatela fondere in modo che faccia un tutt’uno con il rame dei cavi. Alla fine isolate il tutto con il nastro.
USO DI PROLUNGHE E ADATTATORI
Il sovraccarico di prolunghe e adattatori, usati in modo improprio e sconsiderato, è una delle cause principali degli incendi nelle abitazioni.
Le festività natalizie sono il periodo critico per questo tipo di inconvenienti, si costruiscono dei veri e propri castelli di spine e prolunghe per collegare il maggior numero di lampadine da addobbo. Nulla di più pericoloso: il sovraccarico produce surriscaldamento delle parti in plastica di questi strumenti che prendono fuoco in breve tempo.
Un segreto per non sbagliare e fare lo stesso i collegamenti necessari è quello di procurarsi innanzitutto adattatori per spine e prolunghe (avvolgibili e no) con il marchio di sicurezza IMQ.
In secondo luogo, prima di inserire le spine, osservate la potenza massima sopportabile dall’adattatore o dalla prolunga e regolatevi di conseguenza. Se volete fare un collegamento con tutti i crismi, controllate sui libretti delle istruzioni degli apparecchi che applicate a una prolunga a ciabatta (il tipo che può collegare tre o più spine contemporaneamente) la loro potenza utilizzata badando che, in totale, non superi quella incisa sulla prolunga.
Per quanto riguarda le prolunghe avvolgibili, è buona norma svolgerle completamente quando si utilizzano, anche se non sarebbe necessario a coprire la distanza tra presa e utilizzatore; ciò evita possibili surriscaldamenti interni all’avvolgitore.