Considerato per lungo tempo un gioco per ragazzi, il ping pong o più correttamente il tennis da tavolo, è ora in auge come un vero e proprio sport, in tutto il mondo si organizzano campionati e incontri a tutti i livelli. Inoltre si tratta di uno sport abbastanza economico, dalle miti pretese e che può essere giocato in tutte le stagioni dell’anno, all’aperto e anche in casa.
Gli attrezzi necessari per praticare il tennis da tavolo si limitano ad una racchetta, una pallina di celluloide, un tavolo su cavalletti ed una rete. Gli interventi del dilettante su questa attrezzatura vanno dall’A alla Z essendo possibile riparare da soli sia la racchetta, che le palline che il tavolo. Per la prima e l’ultimo inoltre il lavoro non si limita alla sola riparazione, ma giunge sino alla costruzione. Le attrezzature necessarie per tutte queste operazioni sono, in ogni caso, modeste e l’invito a provvedere in proprio è quindi forte.
La racchetta per il tennis da tavolo è costituita da una tavoletta di compensato di forma rotondeggiante alla quale è fissata una impugnatura di legno. Le due facce della tavoletta sono rivestite di vari materiali che vanno dai sughero alla gomma e alla plastica espansa a secondo delle varie esigenze e della tecnica di gioco usata. Il bordo della tavoletta di compensato è generalmente protetto da una copertura di nastro adesivo. La racchetta può essere soggetta a molti inconvenienti che riguardano il rivestimento del compensato, il compensato stesso, il nastro protettivo e il manico; esaminiamo quali sono i possibili interventi;
rivestimento scollato: con l’uso, il rivestimento della racchetta, specialmente se di gomma, tende a staccarsi dal compensato; se si interviene subito è possibile porvi rimedio rifissandolo con adesivo, in caso contrario sarà necessario sostituirlo integralmente.
Per fissarlo (fig. 1) procedere come segue; sollevare il lembo di gomma staccato e, tirandolo, aumentare un po’ il tratto scollato; bagnare con uno straccetto intriso di benzina sia la superficie di compensato sia il rovescio della gomma. Staccar via ogni traccia di colla e lasciar asciugare; con un pezzetto di carta vetrata fine raschiare in modo omogeneo la superficie di compensato senza arrotondarne i bordi. Spolverare via ogni traccia di segatura soprattutto nel punto dove la gomma è ancora fissata al compensato; per incollare (fig. 2), spalmare con un dito sia la superficie di legno sia il rovescio della gomma con adesivo a contatto; l’adesivo dovrà essere distribuito in uno strato sottile ed omogeneo; tenere staccate le due superfici fino a che l’adesivo, asciugandosi, diverrà appiccicoso. Premere ora fra loro gomma e compensato, iniziando dal centro della racchetta verso l’esterno; la gomma dovrà risultare ben aderente e liscia, senza bolle d’aria. Mettere su un tavolo un foglio di carta e su questo far posare di piatto la racchetta (si lasci sporgere il manico). Sulla racchetta si posa un secondo foglio di carta e su questo dei pesi (libri pesanti o altro). Lasciare così per due o tre ore; togliere la racchetta da sotto ai pesi; usando una lama ben tagliente rifilare la gomma se sporgesse dal compensato; rivestire infine il bordo con nastro adesivo tenace in plastica della larghezza necessaria.
Rivestimento da rifare. La necessità di rivestire una racchetta può derivare dalla rottura o dallo scollamento irreparabile di un vecchio rivestimento di sughero o di gomma oppure dal desiderio di cambiare il rivestimento su entrambe le facce o su una soltanto; in ogni caso è necessario staccar via completamente il vecchio rivestimento. È un lavoro che va eseguito con pazienza senza usare attrezzi affilati che potrebbero danneggiare la superficie di legno compensato, cosa questa che comprometterebbe l’efficienza della racchetta. Se il vecchio rivestimento fosse tenacemente fissato, aiutarsi con uno straccio bagnato di benzina o trielina con cui bagnare la linea di scollamento mentre si esercita con l’altra mano una certa tensione sul rivestimento da staccare. Lavare poi tutta la superficie nuda di compensato eliminando le residue tracce di colla; quando asciutta, lisciare con carta vetrata sottile. Se il lavoro riguarda una sola faccia procedere con raddoppiata cautela, specialmente con i solventi per non staccare anche il rivestimento buono. I materiali da rivestimento si possono trovare nei negozi di attrezzi sportivi, oppure, nel caso del sughero, nei negozi specializzati in rivestimenti isolanti; lo spessore dei rivestimenti di sughero e di gomma normali è generalmente di 3 mm che può arrivare fino a 5 mm nel caso dell’espanso di plastica o di gomma. Ritagliare un rettangolo di rivestimento grande quanto basta per coprire l’intera faccia della racchetta con un po’ di margine; spalmare, come visto in precedenza, sia la racchetta sia il rivestimento con un velo di adesivo a contatto; lasciare asciugare senza unire. Mettere a contatto le due superfici incollate partendo dal centro verso i bordi della racchetta; esercitare una pressione omogenea su tutta la superficie tranne che nei pressi del manico. Con un paio di forbici tagliare il rivestimento superfluo senza curarsi troppo della precisione del lavoro (fig. 3); il taglio di precisione si farà poi usando una lama affilata dopo aver posato il rivestimento appena fissato, su un tavolo (fig. 4).
Con la stessa lama tagliare attorno al tratto dell’impugnatura che si sovrappone al compensato; premere ora il rivestimento attorno all’impugnatura completando il fissaggio; ripetere, se necessario, il lavoro sull’altra faccia e fissare poi il nastro protettivo sul bordo. II segreto per un fissaggio sicuro e duraturo di un rivestimento di gomma o di espanso consiste nel non tirarlo durante l’applicazione; in caso contrario, dopo poco tempo, il rivestimento tende a scollarsi o a restringersi verso il centro scoprendo i bordi della tavoletta di compensato; rivestimento doppio: per aumentare la capacità di smorzare i colpi e nel contempo conservare il colpo secco e le « tagliate », alcune racchette hanno un rivestimento misto costituito da un fondo di plastica o gomma espansa spesso un paio di millimetri sul quale è fissato un normale rivestimento in gomma puntinata montata però alla rovescia, ossia con la superficie liscia esterna e quella puntinata incollata sull’espanso; la tecnica di fissaggio è la stessa, ma in questo caso dovrà essere ripetuta due volte su ogni faccia.
Compensato scheggiato. Risulta essere un inconveniente tipico prodotto da urti violenti sul bordo del tavolo e comporta, di solito, anche il parziale distacco del rivestimento; se è possibile recuperare la scheggia, si ricomporrà l’integrità del legno incollandola al suo posto; si usino colle epossidiche a doppio componente molto tenaci e rigide. Nel caso invece la scheggia non fosse reperibile, sarà necessario ricostruire il pezzo di legno mancante; per far questo si può usare o del legno liquido oppure un impasto di segatura di legno e colla epossidica a due componenti; pulire in ogni caso con cura la superficie danneggiata togliendo via ogni pezzetto di legno scheggiato e sgrassando. Non pretendere di colmare la tacca al primo tentativo; lasciar asciugare, levigare con carta vetrata e ripetere poi l’operazione fino a stuccatura perfetta; per un buon lavoro, procedere con calma e avvolgere la carta vetrata su una tavoletta piana per levigare in modo omogeneo; fissare poi il rivestimento come visto in precedenza.