La quasi totalità delle abitazioni destinate a normale residenza è dotata per la chiusura delle finestre di quelle che tecnicamente sono chiamate saracinesche ma che nel linguaggio comune sono conosciute come tapparelle.
In legno od in plastica ed ultimamente in leghe particolari che assicurano un eccellente isolamento accompagnato ad una particolare leggerezza hanno però tutte lo stesso principio di funzionamento.
La struttura delle tapparelle può essere suddivisa in due parti fondamentali individuabili come la struttura fissa e la struttura mobile.
Indice
Struttura fissa
La struttura fissa e costituita da una coppia di guide poste lateralmente ed incassate nel muro che contorna la finestra ed al quale sono rese solidali con delle viti che fanno presa in tasselli preinseriti.
Il cassone è invece quella parte che contiene il supporto su cui si raccoglie la tapparella quando viene sollevata ed è a sua volta costituito da una parte inserita nel muro e da un’anta amovibile per permettere l’accesso all’interno quando sia necessario procedere ad opere di manutenzione o di sostituzione, Della struttura fissa si può dire faccia parte anche il dispositivo per l’avvolgimento della fune che si svolge
quando la tapparella viene sollevata, La parte essenziale del dispositivo è costituita da un piccolo tamburo che contiene una molla a spirale che ha la funzione di richiamare alla posizione iniziale la fune che viene avvolta sul tamburo.
Struttura mobile
Della struttura mobile fanno parte la tapparella vera e propria, il dispositivo su cui si avvolge e la lune piatta che permette di azionarla.
La tapparella è costituita da stecche che si agganciano una all’altra.
La stecca superiore è collegata con cinghie al rullo di avvolgimento mentre quella inferiore é di solito munita di due fermi a L che hanno la funzione di impedirne il riavvolgimento completo quando dovesse venire sollevata completamente. Il dispositivo su cui la tapparella viene avvolta è formato da un tamburo di legno imperniato su due forcelle laterali che hanno la funzione di fermo e contemporaneamente di permetterne la rotazione. Su un Iato del tamburo à connessa una puleggia in ferro o acciaio nella cui gola interna viene ad alloggiare la fune che permette di manovrare la tapparella. La cinghia di azionamento è un cavo piatto in fibra o in materiale sintetico ad alta resistenza e che viene fissato alla puleggia inferiore con una vite, mentre viene fissato a quella superiore infilandola in una fessura ricavata nella puleggia.
Un nodo fatto all’interno della puleggia ne assicura poi la tenuta impedendone la fuoriuscita.
1 Il complesso su cui si riavvolge la cinghia che aziona la tapparella è costituto da una scatola che viene incastrata nel muro ed entro la quale trova alloggiamento una puleggia sostenuta da apposite staffe. Una volta in opera il gruppo scatola puleggia viene ricoperto da una mascherina.
2 La puleggia superiore è strutturalmente diversa da quella Inferiore. La puleggia è infatti solidale con il cilindro su cui si riavvolge la tapparella ed il suo avvolgersi-riavvolgersi é assicurato da una gola della puleggia entro la quale trova alloggiamento la cinghia di azionamento.
I guasti più comuni che si riscontrano sono dovuti alla inevitabile usura che si provoca sulle stecche e sulle cinghie come conseguenza dell’azionamento ripetuto della tapparella. Consideriamoli in dettaglio e soprattutto vediamo come porvi rimedio.
Rottura della fune
Di tutta la struttura inerente la tapparella la fune che ne permette l’azionamento è senza alcun dubbio la parte più delicata e quella che più facilmente si usura. Conviene quindi averne sempre in casa almeno una decina di metri, ovverossia quanto può bastare per la riparazione di due o tre finestre.
Quando si verifica la rottura della corda la tapparella si chiude completamente e i due tronconi di fune si riavvolgono sulle puleggia superiore ed inferiore. La prima operazione da compiere, al fine di sostituirla con una nuova, consiste nella rimozione dei due tronconi. Per far questo si dovrà aprire la tapparella. L’operazione presenta inizialmente una certa difficoltà a causa del peso iniziale della tapparella completamente svolta. Lo sforzo da esercitare diminuisce però progressivamente al suo grado di riavvolgimento. Riavvolta completamente la saracinesca si blocca la medesima con un cuneo o un oggetto analogo e si passa alla rimozione della lune.
Tolta la vite di fissaggio o disfatto il nodo che ne impedisce la fuoriuscita, la si estrae dalla fessura della puleggia in cui e inserita, Infilata la nuova fune nella fessura della puleggia la si blocca allo stesso modo di quel
la rimossa, la si fa passare nella fessura posta nella parte inferiore del cassone e, tolto il cuneo di fermo, si riabbassa completamente la tapparella. Si passa ora al fissaggio dell’estremità inferiore.
Rimosse le viti che tengono fissata nel muro la puleggia si estrae il dispositivo di riavvolgimento completo dalla sua staffa di fissaggio.
Si riavvolge poi completamente il tamburo su cui à avvolta la fune rotta che a seguito dell’operazione si srotola sino a mettere in vista la vite che ne garantisce il fissaggio. Tolta la vite il tratto di fune può essere rimosso.
Bloccato il tamburo infilando un cacciavite o un piccolo cuneo tra la puleggia e la staffa si passa alla connessione dell’estremità inferiore della nuova cinghia. Forata in precedenza a due, tre centimetri dalla fine mediante l’aiuto di un punteruolo la si fa passare nella fessura frontale bloccandola poi sulla puleggia con l’apposita vite. Tolto il cacciavite si inserisce il tamburo nel suo alloggiamento ed una volta riavvitate le due viti di fissaggio si lascia che la fune si riavvolga sul tamburo.
L’operazione à a questo punto terminata e l’azionamento della tapparella permetterà di verificare la funzionalità e l’efficienza del lavoro fatto.
Rottura di una stecca
Risulta essere decisamente il guasto più grave che possa verificarsi anche se, fortunatamente non avviene di frequente.
Poichè si deve procedere alla sostituzione della stecca rotta si deve innanzitutto rimuovere l’intera saracinesca e porla su un tavolo o sul pavimento in modo da facilitare le operazioni successive.
Schiodati gli spezzoni di cinghia che assicurano l’ultima stecca al tamburo superiore si estrae la parte superiore della saracinesca mentre per l’estrazione della parte inferiore si dovrà prima rimuovere le staffe a L che ne impediscono la fuoriuscita. Data la complessità dell’operazione sarà opportuno non compiere l’operazione da solo ma farsi assistere da una seconda persona a cui passare la tapparella una volta che sia stata sfilata.
Rimossa e distesa per terra la tapparella si sostituiscono le stecche rotte con le nuove collegandole per mezzo dei ganci di fissaggio, se del tipo in legno, mentre generalmente i tipi in plastica verranno connessi infilando la nuova stecca nelle due adiacenti. Se la nuova stecca non è in misura basterà segare la parte eccedente. Riinfilata la saracinesca nelle guide e riconnessa l’ultima stecca al tamburo l’operazione è terminata.
8 Operazioni di sostituzione della cinghia o di stecche richiedono la rimozione dello sportello di chiusura del cassone.
9 La tapparella può essere rimossa togliendo i chiodi o le viti che la assicurano al tamburo.
10 Per sostituire una stecca, dove possibile, si può provare a sfilare quella guasta inserendo progressivamente al suo posto la nuova stecca.
11 La nuova stecca viene infilata al posto della guasta.
12 Se la stecca non è della lunghezza giusta è necessario portarla in misura segandola nella lunghezza voluta.
Rottura di una cinghia di fissaggio
Come abbiamo visto in precedenza l’ancoraggio della saracinesca al tamburo di legno è assicurato da due o più corde di canapa o di materiale sintetico larghe 5-10 centimetri assicurate al tamburo mediante chiodatura ed alla stecca superiore con delle viti.
Gli strappi che continuamente vengono esercitati sia sulla struttura della corda che sulle viti di fissaggio soprattutto quando la tapparella viene azionata a scatti finiscono con lo sfilacciare il tessuto sino a causarne la rottura. Come conseguenza si ha che la tapparella si dispone -di traverso- e si può in alcuni casi avere la fuoriuscita delle stecche.
Risistemate una ad una le stecche nelle guide si apre il cassone per vedere se si è in presenza della rottura di una cinghia o, più semplicemente, di un allentamento dei chiodi di fissaggio.
In quest’ultimo caso sarà sufficiente risistemare i chiodi o le viti avendo l’accortezza di cambiar loro di posizione mentre nel primo si dovranno rimuovere i due pezzi di fune collegati alla stecca ed al tamburo e sostituirli con un nuovo tratto.
La tapparella si blocca
Risulta essere un guasto che si verifica soprattutto nelle tapparelle con stecche in plastica le quali essendo libere di muoversi orizzontalmente una rispetto all’altra finiscono con l’urtare nella discesa contro il bordo delle guide laterali e nella salita contro i dischi laterali del tamburo di riavvolgimento. Per rimuovere l’inconveniente é sufficiente aprire il cassone e con l’aiuto di un martello risistemare le stecche nella posizione corretta.