Affronteremo ora le modalità di realizzazione di un impianto domestico composto da un bagno e una cucina.
La realizzazione di un impianto inizia sempre dal bagno. Prima di iniziare i lavori è necessario tracciare un piano sulle pareti dove saranno installati gli apparecchi. Il piano è una linea posta all’altezza di I m dal livello del pavimento finito (attenzione: mentre lavoriamo la pavimentazione non esiste!), che utilizzeremo come riferimento per misurare le altezze degli attacchi dei vari apparecchi. Tracciato il piano, individueremo la posizione degli apparecchi sulle pareti, ricordando che questi andranno installati ad una distanza minima gli uni dagli altri che ne consenta comunque un agevole utilizzo.
È importante ricordare che il rilevamento delle misure fa sempre riferimento alla mezzeria degli apparecchi, tranne nel caso della vasca da bagno.
La distribuzione degli apparecchi in un bagno (Fig. 17) deve essere tale da consentire un utilizzo razionale di tutto lo spazio a disposizione.
Frequentemente il bagno è situato in un locale lungo e stretto, dove la porta e la finestra sono situate sui lati corti; in questo caso è opportuno che gli apparecchi sanitari siano situati tutti lungo la stessa parete.
Il w.c. e il bidè dovranno essere installati presso l’angolo vicino alla finestra, l’uno di fianco all’altro, mentre il lavabo sarà in posizione centrale.
Ci occuperemo ora della realizzazione di un bagno di questo genere. Definita la collocazione degli apparecchi si procederà alla chiusura e allo scarico della colonna montante. Attenzione: è opportuno che a tutti gli utenti della colonna montante interessata sia comunicato, con almeno 24 ore di anticipo, l’orario in cui questa verrà chiusa.
Indice
ASSEMBLAGGIO DI TUBI IN FERRO ZINCATO
Per assemblare un tratto di tubatura dovremo procedere a misurarne la lunghezza e a riportare tale misura sulla verga di tubo. Riportata la misura procederemo al taglio della verga, utilizzando un tagliatubi. Per essere tagliata, la verga dovrà prima essere stata fissata nella morsa, facendo in modo che ne sporga un tratto di circa 20 cm. Una volta tagliato il tratto che ci occorre, procederemo alla filettatura inserendo la filiera sul tubo e girandola in senso orario, esercitando una certa pressione su di essa e ungendone abbondantemente i taglienti con olio. Se si dispone di una filiera elettrica ci dovremo limitare ad esercitare una pressione sull’utensile mentre la macchina provvede a far ruotare il tubo: è importante ricordarsi di oliare costantemente e abbondantemente l’utensile nel corso dell’operazione.
In alternativa alla morsa, il tubo può essere impugnato con la mano. Attenzione! La presa dovrà essere ben salda.
Terminata la filettatura di entrambe le estremità del tubo, le avvolgeremo in senso orario con del nastro di teflon oppure con due fiocchi di canapa, che ungeremo poi di pasta verde.
Ora potremo avvitare i necessari raccordi alle estremità del tubo, usando una chiave serra-tubi.
Con due chiavi serra-tubi si possono impugnare ancora meglio i tubi da stringere: con una chiave si tiene fermo il tubo. con l’altra si serra.
IL COLLEGAMENTO ALLA COLONNA MONTANTE
Svolte le operazioni di preparazione ci occuperemo del montaggio della saracinesca del passo rapido e dei rubinetti per l’intercettazione dell’acqua fredda e dell’acqua calda (nel caso questa sia centralizzata).
Per realizzare la conduttura del passo rapido taglieremo un tubo del diametro di almeno 3/4″ e della lunghezza uguale alla distanza fra la colonna montante e il w.c. e ne filetteremo entrambe le estremità.
Un’estremità verrà innestata nella colonna montante, mentre all’altra verrà ben avvitato un gomito. Se il tratto di tubatura dalla colonna montante al w.c. supera 1,50 m di lunghezza, al posto del gomito monteremo un té, che ci permetterà di realizzare, nella parte superiore, un tratto di tubatura cieco della lunghezza di circa 70 cm e del diametro di almeno 1″, che fungerà da barilotto contro i colpi d’ariete.
Scenderemo quindi fino al passo rapido, che sarà posizionato al livello del piano per consentire l’apertura del sedile copriwater. 10 cm al di sopra del passo rapido sarà installata la saracinesca di intercettazione.
Analogamente, procederemo al montaggio dei rubinetti d’arresto della conduttura che rifornisce tutti gli altri apparecchi sanitari.
Tali rubinetti verranno posizionati ad una distanza di 20 cm dalla colonna montante e, rispettivamente, a 75 cm e 86 cm sotto il livello del piano.
Terminate tutte queste operazioni sarà possibile riaprire la colonna montante, non prima di essersi accertati che i rubinetti appena installati siano chiusi!
LA LINEA DI DISTRIBUZIONE
Ora potremo realizzare il resto della linea di distribuzione . Gli attacchi per il bidè andranno realizzati a 80 cm al di sotto del piano e ad una distanza di 16 cm fra di loro (ovviamente dovranno essere equidistanti dalla mezzeria). Il lavabo avrà gli attacchi a 45 cm sotto il livello del piano e a 20 cm l’uno dall’altro.
La distanza fra gli attacchi della vasca da bagno sarà dettata dalle dimensioni del gruppo che si vorrà montare. Il gruppo dovrà essere posizionato sempre dalla parte della vasca dove è situato il foro di scarico, ad una distanza di 50 cm dal bordo più corto, verso l’interno.
La bocca di erogazione dovrà essere più alta della vasca di circa 12 cm; se il gruppo della rubinetteria è da incasso, bisognerà realizzare un attacco per la doccetta all’altezza di 7 cm sopra il piano.
La doccia avrà il gruppo ad un’altezza di 30 cm e l’attacco del soffione a 1,05 m sopra il piano.
In genere la lavatrice, come la lavastoviglie, necessita esclusivamente di una presa di acqua fredda, che sarà posizionata dove risulterà più comoda.
L’attacco che verrà realizzato dovrà essere munito di rubinetto portagomma. La linea di distribuzione, a questo punto, può finalmente giungere in cucina, dove andrà a servire il lavello.
Se il gruppo del lavello è da fissare a parete, realizzeremo i relativi attacchi a 15 cm sopra il livello del piano e a 16 cm fra di essi; altrimenti, se il gruppo è da fissare direttamente sul lavello, gli attacchi saranno posizionati a 45 cm sotto il livello del piano.
È bene, infine, ricordare alcuni particolari importanti: l’attacco dell’acqua fredda deve essere sempre posizionato a destra rispetto a quello dell’acqua calda; prima di fissare gli attacchi è bene verificare per mezzo di una livella che essi siano situati alla medesima altezza; qualora venissero montati dei miscelatori sul bidè e sul lavabo, la distanza tra gli attacchi potrebbe essere ridotta a 14 cm.
La linea di distribuzione. Gli attacchi per il bidè saranno distanti fra loro 16 cm, mentre quelli per il lavabo disteranno 20 cm. L’attacco dell’acqua fredda va posizionato sempre alla nostra destra, quello dell’acqua calda alla nostra sinistra.
LO SCALDABAGNO
Nelle case dotate di riscaldamento autonomo, generalmente la funzione di scaldabagno è svolta dalla stessa caldaia che provvede alla climatizzazione degli ambienti. In questo caso, perciò, l’acqua viene riscaldata da un’unica caldaia prima di essere immessa negli impianti tramite colonne montanti. Nel caso invece l’impianto dell’acqua calda non fosse centralizzato, dovremmo preoccuparci dell’installazione di uno scaldabagno. Ne esistono di due tipi: quello istantaneo e quello ad accumulo.
L’apparecchio istantaneo, alimentato a gas, entra in funzione nel momento in cui viene aperto un rubinetto dell’acqua calda: la pressione dell’acqua che entra nello scaldabagno aziona una valvola, la quale fa affluire il gas al bruciatore.
Qui il gas viene infiammato da una scintilla. La fiammella così prodotta rimane poi sempre accesa e funge da spia. Sopra il bruciatore corrono i tubi della serpentina nei quali passa l’acqua che si riscalda ed esce poi dallo scaldabagno per essere immessa nell’impianto.
Gli apparecchi ad accumulo possono essere a gas o elettrici (boiler).
L’apparecchio a gas ad accumulo è privo di serpentina: l’acqua è raccolta in un serbatoio dove viene scaldata dal bruciatore azionato da un termostato.
Questo tipo di scaldabagno è dotato di una valvola di sicurezza che consente lo sfogo del vapore in caso di ebollizione dovuta a cattivo funzionamento.
Gli scaldabagni a gas necessitano di una conduttura di esalazione.
Qualora non esista un camino, si rende necessaria la creazione di uno sfogo esterno munito di una cassetta statica, che non permette al vento di risospingere all’interno della conduttura i gas incombusti.
Il boiler funziona secondo lo stesso principio dello scaldabagno a gas ad accumulo. Inoltre è dotato di una valvola di ritegno che impedisce all’acqua che vi entra di rifluire all’esterno.
In caso di necessità, inoltre, essa consente di svuotare la cisterna.
Preoccupiamoci ora di creare l’impianto che porterà l’acqua allo scaldabagno.
A questo proposito è opportuno ricordare che la legge non permette di installare scaldabagni a gas nel locale del bagno.
Dalla colonna montante uscirà esclusivamente la tubatura dell’acqua fredda, con la quale provvederemo a rifornire anche lo scaldabagno.
Due attacchi (uno per l’entrata ed uno per l’uscita) dovranno essere realizzati all’altezza di 65 cm sul piano; la distanza fra di essi dovrà essere compresa tra 10 e 12 cm.
La posizione generalmente privilegiata è sopra la vasca da bagno, dai cui rubinetti partono le condutture per l’entrata e per l’uscita dell’acqua.
Prima dell’attacco di entrata è consigliabile inserire un rubinetto d’arresto.
La linea in uscita dallo scaldabagno, ovvero la linea dell’acqua calda, termina in corrispondenza dell’ultimo apparecchio sanitario da essa rifornito.
IL COLLAUDO
Prima di essere murato, l’impianto necessita di un collaudo: avviteremo dei tappi muniti di canapa agli attacchi, senza l’ausilio della chiave in modo che la chiusura non risulti ermetica, dopodiché apriremo il rubinetto d’arresto. Se l’acqua calda è centralizzata si potrà procedere al collaudo delle due linee aprendo alternativamente i rispettivi rubinetti d’arresto, verificando così che non siano state invertite le posizioni degli attacchi.
Se la linea dell’acqua calda proviene dallo scaldabagno, dovremo procedere al collaudo dell’acqua fredda chiudendo il rubinetto d’arresto posto prima dello scaldabagno; dopodiché sarà necessario creare un collegamento provvisorio (detto “cavallotto”) fra gli attacchi dello scaldabagno: esso ci permetterà di collaudare anche l’acqua calda.
Effettuati i collaudi, stringeremo tutti i tappi e lasceremo l’impianto carico fino ad ultimazione dei lavori.
ALCUNI ACCORGIMENTI PER LA SICUREZZA
Risulta essere opportuno che l’impianto rimanga carico, perché questo ci permette di notare immediatamente se, durante i lavori di muratura, le tubature vengono accidentalmente danneggiate.
A questo proposito è bene ricordare che i muri della casa non sono fatti esclusivamente di mattoni: infatti, al loro interno, corrono tutti gli impianti che servono la casa, dagli impianti idrici a quelli elettrici a quelli del riscaldamento.
Prima di bucare una parete per qualsiasi scopo, sarà quindi necessario assicurarsi che, così facendo, non si danneggerà alcun tipo di conduttura.
In particolare, manovrando mazza e scalpello, bisogna prestare attenzione a non entrare in contatto con l’impianto elettrico, per non correre il rischio di rimanere fulminati. Per lo stesso motivo bisogna evitare che, utilizzando utensili elettrici (filiera, trapano, flessibile, e così via), questi entrino in contatto con l’acqua.
Risulta essere fondamentale che questi utensili elettrici siano collegati ad una presa dotata di messa a terra, per evitare che, nel caso di un cortocircuito, scarichino elettricità sull’utente.
Prestare sempre e comunque la massima attenzione!