Per la realizzazione di impianti d’irrigazione interrati si utilizzano solitamente tubature in polietilene o PVC, inattaccabili dalla ruggine e molto resistenti. I raccordi in PVC facilitano le operazioni di montaggio.
Il primo passo per la posa di un impianto d’irrigazione è portare all’esterno una derivazione dell’impianto interno. Nel farlo, bisogna ricordare di lasciare i tratti di tubi all’esterno solo lo stretto necessario, onde evitare gelate. Alla presa d’acqua dell’impianto è collegata una valvola di arresto. Il funzionamento dell’impianto è regolato da un’elettrovalvola collegata ad una centralina elettrica e ad un timer che la attiva negli orari stabiliti dall’utente.
Schema di un impianto di irrigazione: la centralina trasmette impulsi all’elettrovalvola che mette in funzione l’impianto.
Dall’elettrovalvola partono le condutture che portano l’acqua ai vari idranti automatici, posizionati in modo da coprire tutta la superficie da irrigare e attivati dalla pressione stessa dell’acqua.
È buona noma interrare le condutture ad una profondità di almeno 30 cm, per proteggerle dal gelo e da ogni eventuale disturbo causato mentre si lavora la terra. La gittata degli idranti è regolabile secondo le necessità.
In prossimità di ogni idrante si trova una valvola di scarico automatica che provvede a scaricare l’impianto ogniqualvolta esso viene disattivato, per esempio nella stagione invernale, onde evitare che l’acqua, gelando, danneggi le tubature.