Il vogatore è un attrezzo per la ginnastica da camera che ha il pregio di attivare moltissimo i muscoli del nostro corpo: è costituito in pratica da un sedile applicato su un carrello mobile su guide e da due « remi » trattenuti da scalmiere. Con il poco tempo oggi a disposizione, rappresenta un utile mezzo per fare della « nautica » in casa.
Come tutti, anche questo attrezzo richiede un minimo di manutenzione per poterlo mantenere efficiente. Gli interventi da eseguire riguardano principalmente le scalmiere a frizione, il sedile scorrevole e il puntapiedi.
A questo va aggiunta, necessariamente, la pulizia ordinaria dell’attrezzo. In particolare le parti cromate sarà bene vengano trattate con gli appositi spray preservanti dalla ruggine. Molto spesso infatti il vogatore viene conservato ripiegato nella stanza da bagno dove l’umidità non fa difetto. Le parti verniciate devono essere tempestivamente ritoccate se presentano scrostature o crepe. Le parti in legno, una volta all’anno, è opportuno siano ripassate con carta abrasiva sottile (n. 220) e quindi verniciate con flatting trasparente, facendo attenzione a non imbrattare le parti mobili.
Il sedile scorrevole può essere facilmente tolto dal telaio del vogatore (fig. 1) sollevandolo un po’ e ruotandolo fino a sganciare le due squadrette metalliche che lo mantengono normalmente sui tubi di scorrimento. Questa operazione è necessaria per tutto ciò che riguarda la pulizia e la manutenzione.
Le scalmiere a frizione
Per simulare lo sforzo esercitato dal remo nell’acqua, le scalmiere sono munite di un dispositivo a frizione regolabile. Stringendo la frizione lo sforzo che si esercita sul remo aumenta ed è come se in realtà si usassero remi più lunghi con pale di maggior superficie. Dato che normalmente i muscoli delle due braccia non sono ugualmente sviluppati, se le due posizioni sono regolate allo stesso modo si noterà uno sforzo maggiore sul braccio più debole (normalmente il sinistro). Inizialmente, per non affaticarlo troppo, sarà quindi conveniente regolare la frizione corrispondente al braccio debole ad un livello di resistenza un po’ inferiore a quella dell’altro. Si aumenterà poi, col passare dei giorni, lo sforzo fino a uguagliare gli attriti per poi aumentare un po’ lo sforzo sul braccio più debole; se la progressione avviene lentamente si riuscirà a bilanciare la forza delle due braccia.
La frizione della scalmiera può essere di tipo meccanico o di tipo idraulico. Nel primo caso, un disco rivestito su entrambe le facce con materiale di attrito viene schiacciato fra due altri dischi di acciaio di cui il primo è fisso alla scalmiera, mentre il secondo viene reso solidale al braccio del remo mediante una corona dentata ed un saltarello. In questo modo lo sforzo verrà esercitato solo tirando il remo e sarà praticamente nullo se lo si spinge verso il puntapiedi (ritorno).
Nelle frizioni idrauliche il braccio del remo aziona il pistone che scorre in un cilindro pieno d’olio; il pistone, muovendosi, costringe l’olio a passare attraverso ad una valvola regolabile. Anche in questo caso lo ‘sforzo è praticamente nullo durante il ritorno, dato che in questo caso la valvola si apre completamente e l’olio defluisce senza incontrare resistenza.
La manutenzione sulle frizioni di tipo idraulico è praticamente nulla; in caso di perdite di olio o di rotture è infatti necessario l’intervento di uno specialista che, nella maggior parte dei casi, deve sostituire la parte. Sulle frizioni meccaniche, invece, l’intervento periodico del dilettante è determinante; la periodicità degli interventi dipende dall’uso e dalla forza di chi si allena sull’attrezzo; in ogni caso non è male controllarla almeno ogni sei mesi.
Vediamo dunque questo tipo d’intervento possibile.
Prima di tutto è necessario smontare la frizione. Prima di iniziare il lavoro è bene procurarsi degli stracci puliti e lisci, della benzina o trielina, un po’ di grasso per cuscinetti e una spazzola di acciaio. A mano a mano che si procede nello smontaggio, disporre i vari pezzi con ordine nella esatta successione; questo semplificherà molto il corretto montaggio. Portare il remo all’interno del vogatore in corrispondenza dei bracci di sostegno della scalmiera che risulterà così inclinata verso l’interno. Svitare completamente la manopola di regolazione e riporla da parte. Aiutandosi con un cacciavite, toglier via la rondella con foro esagonale e il cuscinetto reggispinta (fig. 2). Facendo ora leva sul braccio del remo si sfila dalla scalmiera la coppa della frizione che è appunto solidale al remo. Molto probabilmente assieme alla coppa si sfilerà dal perno esagonale della scalmiera anche la bussola d’acciaio reggispinta; premendo con un dito la si può sfilare agevolmente dalla coppa. Appare ora evidente la corona dentata; sulla corona posa un disco di acciaio convesso; anche questo sarà sfilato usando un cacciavite. Tolto questo disco, al centrò della corona dentata si può vedere la prima superficie di attrito; afferrata la corona con due mani la si sfila dal perno esagonale; sul disco di base della scalmiera, su, quale è fissato il perno esagonale, non resta ora da togliere che una seconda bussola d’acciaio. Si consiglia di smontare una scalmiera per volta per non confondere fra loro le parti.
Smontare iI meccanismo nelle sue parti e lubrificare il cuscinetto A, la boccola B e la boccola C, oltre al dente del saltarello D. Pulire con cura i dischi di attrito E ed F prima con un pennello bagnato di benzina e poi con una spazzola di ferro. Soffiare via ogni residuo polverulento.
Con un pennello asciutto si tolgono tutti i detriti che si fossero accumulati sul disco di base. Si bagna ora di benzina uno straccio e con questo si puliscono a fondo la superficie del disco e il perno esagonale. il disco può essere ora rovesciato sui suoi perni per accelerarne l’asciugatura. Trattare nello stesso modo la bussola smontata per ultima, eliminando dalle sue superfici interna ed esterna ogni traccia di grasso vecchio. Quando questi due primi pezzi sono asciutti, si ungeranno con due gocce d’olio i cardini del disco di base e si cospargerà con un velo di grasso per cuscinetti il perno esagonale con la sua estremità filettata, e la bussola sia all’interno sia all’esterno. Si passa ora alla corona dentata con le due superfici di attrito; la corona va pulita con benzina (meglio se per immersione) ponendo cura nell’eliminazione delle tracce di grasso vecchio sui denti e ogni traccia di unto sui dischi di attrito. Per migliorare l’azione frenante di questi ultimi, sarà opportuno ravvivarne la superficie spazzolandola con moderata energia con la spazzola di acciaio. Terminata la spazzolatura togliere ogni detrito con un pennello e spalmare un velo di grasso sulla corona dentata e all’interno del foro centrale. È ora la volta della boccola reggispinta; anch’essa va lavata con benzina, asciugata e quindi coperta all’interno, all’esterno e alla sua base con un velo di grasso per cuscinetti.
Si passa poi al braccio del remo (fig. 2). Si toglie via la coppa di plastica di protezione che è fissata a pressione; con un pennello bagnato di benzina si pulisce sia il foro all’estremità del braccio, sia il saltarello. Una volta asciugati i due pezzi, si lubrificherà con grasso il foro e con qualche goccia d’olio il perno su cui ruota il saltarello. Rimettere quindi in sede la coppa di plastica; il cuscinetto reggispinta va anch’esso pulito con benzina e quindi lubrificato con grasso per cuscinetti; l’ultima rondella, invece, va pulita solamente con benzina.
Non resta ora che rimontare le parti seguendo l’ordine inverso dello smontaggio.
ll sedile scorrevole
Oltre ai ritocchi e alle riverniciature delle superfici di legno, è necessario controllare l’efficienza dei rocchetti di scorrimento (fig. 3). Staccare il sedile del vogatore e rovesciarlo; togliere via le quattro staffe metalliche ad U che imprigionano i rocchetti di attrito del carrello. Con uno straccio bagnato di benzina pulire la superficie dei rocchetti e quella interna delle staffe. Su ogni perno sono montati due rocchetti doppi; ogni coppia ha un rocchetto che rotola liberamente sui tubi del vogatore mentre l’altro, interno, ruota liberamente solamente per la breve corsa che gli consente la staffa ad U, quindi continua a ruotare, ma sfregando contro la staffa stessa; quest’ultimo rocchetto di ogni coppia è quello più soggetto a logorarsi. È quindi opportuno, saltuariamente, invertire la posizione delle coppie di rulli su ogni perno per garantire un consumo omogeneo; se i rocchetti fossero però molto consumati, è necessario sostituirli.
Per sfilare i rocchetti dal perno, togliere la coppiglia e la rondella ad un’estremità del perno. Dato che questi rocchetti sono di nylon non richiedono lubrificazione. Rimettere perni e rocchetti nelle rispettive sedi e rimontare le staffe ad U fissandole con le viti. Il carrello va poi reinserito nei suoi tubi di scorrimento. Maggiore è il peso di chi siede sul sedile e maggiore sarà l’attrito esercitato dai rocchetti sulle staffe; questa resistenza al movimento del sedile esercita i muscoli delle gambe e quelli addominali.
Il puntapiedi
Dato che lo sforzo esercitato dalle gambe avviene sia durante la vogata (spinta) sia durante il ritorno (trazione), la parte più soggetta a logorio del puntapiedi è la cinghia di cuoio che blocca i piedi nelle loro sedi. Per sostituire una cinghia logora o rotta (fig. 4) procedere come segue. Sfilare la spina per la regolazione del puntapiedi e sfilarlo dal vogatore; rovesciarlo; si nota cosi che la cinghia di cuoio passa sotto ad una fascetta metallica che la fissa al legno con viti; allentare le viti, togliere la piastrina metallica e la cinghia. Farsi fare da un calzolaio un cinghia di uguale lunghezza e morbidezza. Far fare sulla cinghia non solo i fori per la fibbia, ma anche quelli, più grossi, per le viti di fissaggio. Rimontare la cinghia sul puntapiedi fissandola con la fascetta. Se la cinghia risultasse troppo dura, ammorbidirla con un po’ di grasso per scarponi da montagna in cuoio. Per coloro che hanno i piedi delicati potrà poi essere necessario applicare alla cinghia due risguardi di protezione. Ritagliare due rettangoli di pelle della stessa consistenza di quella della cinghia, con i lati di 5 x 12 cm. Arrotondare gli spigoli e dal lato in cui la pelle è lucida fissare con cucitura due passanti paralleli ai lati corti. Cucire sull’altro lato della pelle del panno morbido. A questo punto non resta che infilare i due risguardi sulla cinghia e procedere al suo montaggio.