I moderni impianti presenti nelle nostre case differiscono da quelli di vecchia concezione per alcuni elementi sostanziali, legati soprattutto al fattore sicurezza.
Oggi è presente, per legge, il cavo di terra (del quale abbiamo già ampiamente discusso) che rappresenta l’innovazione più significativa per quanto riguarda la salvaguardia della vita umana in caso di incidenti elettrici. Una volta la corrente arrivava alle abitazioni attraverso i due conduttori senza la presenza della terra come “sfogo” alle dispersioni dell’impianto, e con la presenza dei fusibili come unica sicurezza.
L’introduzione delle cassette di derivazione ha rappresentato un ulteriore passo in avanti per quanto riguarda l’efficienza e la sicurezza degli impianti, grazie alla loro funzione di smistamento dell’energia.
Indice
LE NORME GENERALI DI FUNZIONAMENTO DEI CIRCUITI
In breve, in un circuito elettrico passa corrente perché tra l’inizio e la fine del circuito stesso esiste una differenza di potenziale elettrico.
Quando il circuito è “chiuso”, cioè predisposto al passaggio della corrente senza frapposizione di interruzioni, vi è un flusso di elettroni dal conduttore in fase fino agli utilizzatori (corrente di arrivo) e un flusso proveniente dagli utilizzatori passante per il cavo neutro (corrente di ritorno). Naturalmente un circuito non può essere costantemente sotto “tensione”, cioè attraversato dalla corrente; per questo esistono dei dispositivi che “aprono” il circuito per far cessare il passaggio di energia e spegnere gli utilizzatori collegati. Tali dispositivi si chiamano interruttori.
Nella nostra casa ci sono molti interruttori la cui funzione di base, quella di influenzare il passaggio della corrente all’interno dei conduttori, è sempre la stessa, ma diverse sono le caratteristiche. L’interruttore generale, come abbiamo appurato, regola l’entrata della corrente nel circuito di casa a monte, secondo le disposizioni dell’ente erogatore; l’interruttore differenziale agisce per la sicurezza, in caso di “corto”, e come comodo sistema per scollegare il circuito quando si deve operare sugli utilizzatori o intervenire per riparare guasti; gli interruttori di servizio, quelli, per intenderci, che accendono le luci o attivano le prese, sono sparsi per tutta la casa, incassati nelle pareti o inglobati in scatole impermeabili se montati all’esterno.
ACCENDERE UN PUNTO LUCE DA DUE INTERRUTTORI
Risulta essere uno dei circuiti più semplici in quanto necessita di pochi collegamenti ed è anche molto utile poiché permette l’accensione di lampade o lampadari anche da punti distanti della stanza (oppure da un punto esterno vicino alla porta di ingresso e da uno interno).
Lo schema elettrico prevede l’utilizzo di due particolari interruttori chiamati deviatori. Il primo di questi è collegato alla fase proveniente da una cassetta di derivazione (e quindi dal circuito generale); i due deviatori sono collegati tra loro da due conduttori mentre il secondo deviatore è collegato all’utilizzatore (punto luce) con un altro cavo di fase. Alla lampadina del punto luce giungono anche i cavi del neutro e della terra provenienti dalla cassetta di derivazione. Tutti i conduttori di collegamento devono avere una sezione di 1.5 mm.
Il circuito completo deve essere, in sostanza, realizzato in questo modo: da una cassetta di derivazione esistente, prendete e collegate un nuovo conduttore marrone al conduttore in fase e portatelo, attraverso una canalizzazione murata o esterna, al primo deviatore. Da questo punto portate due cavi, fissati ai due morsetti esterni del deviatore, al secondo deviatore (sempre fissandoli ai morsetti esterni); quindi stendete un cavo in fase dal morsetto centrale del deviatore numero due fino ad una nuova cassetta di derivazione, alla quale in precedenza avrete fatto pervenire un cavo di fase dalla lampada. In questa nuova cassetta arrivano anche un cavo neutro e uno di terra collegati alla lampada (ricordate che il cavo di terra va fissato al morsetto collegato alla struttura metallica della lampada). All’interno della seconda cassetta di derivazione collegate il cavo in arrivo dal deviatore (fase) con quello in fase della lampada e i due provenienti dalla lampada (neutro e terra) con quelli di neutro e di terra provenienti dalla prima cassetta di derivazione.
Non resta a questo punto, dopo avere chiuso i coperchi delle due cassette di derivazione, montato la lampada al suo supporto e inserito i deviatori nei loro alloggiamenti, che provare il funzionamento del nuovo circuito, verificando che la luce si accenda e si spenga correttamente agendo su uno o l’altro dei due deviatori.
COME È FATTO UN DEVIATORE
Il deviatore del tipo più comune e commercializzato nel nostro paese è costituito da un interruttore provvisto di tre morsetti nella parte posteriore. Nel caso del collegamento di due punti di accensione, il cavo in fase proveniente dal circuito generale andrà fissato al morsetto centrale del primo, come pure al morsetto centrale andrà fissato il cavo che va alla lampadina dal secondo deviatore.
I due cavi di collegamento tra i deviatori vanno fissati, invece, ai due rispettivi morsetti superiore e inferiore.
ACCENDERE UN PUNTO LUCE DA TRE INTERRUTTORI
Questo circuito, un po’ più complesso del precedente, richiede l’utilizzo di un interruttore detto invertitore.
COME È FATTO UN INVERTITORE
L’ invertitore è costituito da un interruttore provvisto di quattro morsetti sul retro. I quattro morsetti sono indispensabili per effettuare il collegamento tra 1′ invertitore e i due deviatori ad esso associati in questo particolare tipo di circuito.
COLLEGAMENTO
Il collegamento è solo un poco più complicato del precedente, essendo presente un elemento di controllo in più.
Il circuito, in sostanza, si realizza in questo modo:
Dalla scatola di derivazione numero uno arriva un conduttore in fase che va fissato al morsetto centrale del primo deviatore.
Da questo deviatore partono due conduttori, fissati ai suoi morsetti esterni, che arrivano ai morsetti opposti dell’invertitore.
Dagli altri due morsetti dell’invertitore, due conduttori vanno ai due morsetti esterni del secondo deviatore.
Dal morsetto centrale del secondo deviatore parte un cavo in fase che, dopo essere transitato per la scatola di derivazione numero due (dove giungono anche il cavo neutro e il cavo di terra provenienti dall’utilizzatore), va alla lampada.